Se seguite il mio canale, sono piuttosto sicura che mi abbiate già sentita parlare dei videogiochi di Hideo Kojima. Era solo questione di tempo, quindi, prima che ci trovassimo qui per discutere di Death Stranding su Steam Deck, che è sempre stato utilizzato da Valve come uno dei giochi per promuovere la handheld.
Come se la cava il viaggio di Sam Porter Bridges in portatile e vale la pena giocarci su uno schermo da 7″ o 7,4″? Vediamolo insieme.
Death Stranding: Director’s Cut

Steam Deck: verificato
Uscita: 30 marzo 2022
Genere: avventura
Sviluppatore: Kojima Productions
Publisher: 505 Games
Cos’è Death Stranding: Director’s Cut
È il primo gioco della nuova Kojima Productions, fondata dopo il divorzio tra Hideo Kojima e Konami – il cui idillio aveva creato Metal Gear.
Ambientato in un mondo post-apocalittico dove i mondi dei vivi e dei morti si sono pericolosamente intrecciati, Death Stranding è un videogioco spaventosamente attuale e ricco di significati, in cui si vestono i panni di un corriere – Sam Porter Bridges (Norman Reedus) –, il cui lavoro è quello di consegnare carichi alle persone che vivono divise e sottoterra, al riparo dai morti e pure dai vivi.
Nel suo viaggio per riunire l’America, il giocatore deve pianificare le sue consegne, interagire in modo asincrono (e solo con interazioni positive) con altri giocatori, aiutandoli e a sua volta lasciandosi aiutare con la costruzione di strutture che possano aiutare il percorso di tutti – dai ponti alle scale, dalle autostrade alle reti di teleferiche per i movimenti rapidi.
Se amate i giochi che si prendono i tempo di fare le cose ai loro ritmi e se avete un debole per lo storytelling interattivo, è davvero un’opera di rare sensibilità e bellezza.
Migliori impostazioni per Death Stranding su Steam Deck
La mia Steam Deck, dalla schermata Prestazioni, ha FSR abilitato con nitidezza 3.
Le impostazioni di gioco con cui mi sono trovata meglio e che mostro nel video sono:
Grafica
- Modalità schermo: intero
- Risoluzione: 1280×720
- Proporzioni: 16:9
- Sincronizzazione verticale: sì
- Frequenza fotogrammi massima: 60
- Livello di dettaglio: predefinita
- Memoria per lo streaming: predefinita
- Risoluzione ombre: media
- Occlusione ambientale: sì
- Screen space reflections: sì
- FidelityFX CAS: no
- Anti-aliasing: TAA
- Profondità di campo: sì
- Sfocatura di movimento: sì
Esperienza di gioco
Devo dire che nonostante i suoi scenari e la sua grande profondità di campo, Death Stranding se la cava piuttosto bene su Deck. Le opzioni grafiche non sono tante e si riesce a giocare anche lasciando quelle di default.
Tuttavia, le prestazioni non sono sempre perfette, nemmeno apportando delle modifiche: nei momenti sereni, si può giocare rimanendo vicini ai 60 fps, mentre quando ci sono i momenti di pioggia fitta e di invasione delle CA (i non-morti, se così li vogliamo chiamare) possono esserci momenti di singhiozzo (qualche secondo tra 25 e 30 fps), soprattutto più avanti nel gioco (senza farvi spoiler).
La cosa migliore è dare un tetto massimo agli fps, per evitare oscillazioni eccessive: impostandolo a 30 potete avere un’esperienza estremamente stabile, a 60 giocate sereni per la maggior parte del tempo, ma limitate i momenti di calma assoluta in cui il gioco spara verso l’alto, arrivando anche a 70, per poi magari calare improvvisamente qualche passo più in là.
Nel complesso, comunque, l’esperienza di gioco rimane fluida e godibile, il livello di dettaglio è buono. Peccato per i forzati 16:9, che comportano delle piccole bande nere sopra e sotto l’immagine, dal momento che il gioco lavora a 1280×720 e non a 1280×800.
Piccola nota per i testi dell’interfaccia, che sono molto piccoli: il consiglio è quello di aumentarne le dimensioni dalle opzioni di accessibilità, risolvendo così il problema alla radice.
Segnalo anche che il gioco salva molto spesso ed è possibile richiamare praticamente sempre (a meno che non si sia in mezzo allo scontro con dei nemici) il menù di salvataggio: un approccio che rende più facile giocarci su una handheld.


Difficoltà delle impostazioni
Le impostazioni non sono particolarmente difficili, anche perché non sono abbondanti: ci sono poche voci e, anche se alcune richiedono la conoscenza della tecnologia a cui fanno riferimento, non costa nulla attivarle e disattivarle per valutare la differenza. In questo caso, infatti, la modifica avviene immediatamente e potete tornare subito in-game senza ricaricare o dover ripassare dal menù iniziale – al contrario di quanto accade, ad esempio, su Elden Ring.
Inoltre, se proprio volete stare tranquilli potete anche lasciare tutto di default e il gioco si comporterebbe comunque dignitosamente – o dare un tetto di 30 fps al frame rate, evitando oscillazioni eccessive.
Ne vale la pena?
I giochi con un’atmosfera così dettagliata e dalla personalità che si può letteralmente respirare, di solito si vivono meglio su uno schermo grande. Tuttavia, Death Stranding è un gioco di viaggio, di pianificazione, a momenti di contemplazione, e questo lo rende molto molto calzante a essere giocato su una portatile, senz’altro più “intima” e più vicina di un grosso televisore in salotto collegato a una console domestica.
Il dettaglio grafico non è poi così sacrificato e il frame rate è buono se non quando ci sono tante CA e parecchia pioggia. Chiaramente, il colpo d’occhio su altre piattaforme è spaccamascella, ma in handheld Death Stranding rimane un’esperienza accattivante.
Piccolo appunto: ricordate che, se giocate con la modalità online attiva (cosa sensata, vista la natura del gioco), in modo da poter aiutare o ricevere aiuto dagli altri giocatori, avete bisogno di una connessione internet.
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