Io e PlayStation Portal abbiamo avuto, da sempre, un rapporto complicato. Per il suo prezzo, per il tentativo timido di Sony di riavvicinare il mondo delle portatili dopo aver sparato in faccia a PlayStation Vita, per le sue limitazioni. Eppure, ho ammesso una cosa fin dal giorno zero, nella recensione che feci su SpazioGames: Portal fa molto, molto bene quello che fa. L’unico peccato è quanto sia stata limitata in ciò che può fare.
Deve essersene resa conto anche Sony: uno dei grandi crucci di Portal, era non averne fatto una macchina da PlayStation Plus. Un’ovvietà a cui la compagnia ha posto rimedio dato che, da qualche mese, ora quella che era nata solo come macchina da remote play, che non funziona senza PS5, è diventata anche una macchina da cloud gaming. In pratica, un invito ad abbonarsi a PlayStation Plus Premium per accedere alla sua libreria.
Per questo dettaglio, non proprio insignificante, trovo che Portal meriti una ri-recensione. Ormai è con me da un po’ di mesi e via via, nell’esperienza d’uso reale e con l’attuale apertura al cloud, penso sia una delle migliori cose fatte da PlayStation negli ultimi anni, dove i suoi hardware hanno sparato nel mucchio o sono stati lanciati senza che ci credesse troppo nemmeno Sony.
Oggi vi racconto perché.

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PlayStation Portal: le specifiche
Processore | Qualcomm SG4150P |
RAM | Samsung LPDDR4x |
Display | 8″ LCD IPS 1920×1080 @60Hz touchscreen |
Batteria | 4.370 mAh, 16,6 Wh |
Porte | USB-C, porta jack 3,5 mm |
Dimensioni | 305 x 60 x 120 mm, 529 grammi |
Cosa c’è nella scatola
All’interno della confezione trovate:
- PlayStation Portal
- 1 x Cavo USB-C per la ricarica
- Manualistica di sicurezza e di garanzia.
Non sono previste protezioni, custodie (alcuni la includono, come Steam Deck, Abxylute e l’originale Legion GO) o case di nessun genere.
Top: esperienza di gioco
Rimarco sempre che la cosa più importante che una piattaforma di gioco portatile deve fare è dare un’esperienza affinata e intelligente. Ottimizzazione, comodità, immediatezza, performance: tutti questi aspetti devono allinearsi per fare in modo che i videogiocatori possano sfruttare il tempo libero in compagnia di una piattaforma portatile effettivamente a giocare, e non a capire come far funzionare tutto per giocare.
In questo, PlayStation Portal è regina. Il collegamento e l’associazione alla vostra PS5 per il gioco remoto sono istantanei: una volta memorizzati, basta accendere Portal, cliccare sull’icona della console a cui deve connettersi (che deve essere accesa o in modalità riposo, non potete accenderla da remoto) e in qualche secondo si comincia a giocare.
Le prestazioni dipendono dalla stabilità della vostra infrastruttura internet: PS5 e Portal possono anche essere agganciate a connessioni totalmente diverse, ma meno controllo avete su ciò a cui la collegate, maggiore è il rischio di avere latenza. Se, ad esempio, PS5 è connessa al modem di casa e Portal è connessa al Wi-Fi dell’università in cui vi trovate, la connessione all’università potrebbe non essere sufficientemente stabile – e con un ping sufficientemente basso – da non restituirvi problemi.
Posso dire che, nonostante io non abbia una infrastruttura internet che fa gridare al miracolo, l’esperienza di remote play e di gioco in generale che ho avuto con Portal è una delle migliori in assoluto. Per capirci, nemmeno Logitech G Cloud, che è costruita proprio per remote e cloud, è così stabile e con artefatti ridotti al minimo.

Considerando che Portal viene commercializzata soprattutto come schermo remoto di PS5 da usare dentro casa – se, che ne so, la TV dove la console è occupata dalla vostra dolce metà che sta vedendo un film o una partita, ma voi vorreste solo giocare un po’ con PS5 – le possibilità che si comporti bene sono buone.
È vero: quello che fa potreste benissimo farlo con un tablet o uno smartphone che fanno Remote Play da PS5 e a cui collegate DualSense. Ma ditemi la verità: lo fareste? Userete davvero la smartphone e il tablet, collegandoci il controller via Bluetooth, per giocare in remoto da PS5 se la TV a cui è collegata la console fosse occupata o off-limits per qualsiasi motivo?
Io sinceramente no. In quest’ottica, sebbene la cifra da spendere rimanga alta rispetto a quello che Portal può fare (ci arriveremo), è un pregio che comunque faccia veramente molto bene tutto quello che fa. E anche l’integrazione delle unicità di DualSense, tra grilletti e vibrazione, è una nota di colore che mi è piaciuta: continuare Astro Bot su Portal non mi ha fatto perdere niente dell’esperienza anche tattile immaginata da Team Asobi.
Top: introduzione del cloud
All’esperienza di remote, come dicevo in apertura, da qualche tempo si è aggiunta una nuova carta che tutti avevamo chiesto: il gioco in cloud. Un po’ come una vera e propria Logitech G Cloud made in PlayStation, Portal ora si può usare anche se non avete una PS5, ma dovete necessariamente essere abbonati a PlayStation Plus Premium, il tier più alto del servizio.
Quest’ultimo, infatti, è quello che consente di accedere ai server per il gioco in cloud. Significa che, in avvio, Portal ora vi chiede se volete connettervi a una PS5 o a PlayStation Plus: in caso selezionaste la seconda opzione, vi porta direttamente alla libreria di giochi disponibili, che consta di diversi AAA (solo in alcuni e sparuti casi del day-one, come Lost Records: Bloom & Rage e Blue Prince, arrivati di recente), alcune produzioni Sony (mai al lancio) e parecchi classici delle vecchie generazioni.

Anche qui, l’esperienza dipende tanto da voi e dalla vostra connessione, come con qualsiasi servizio cloud: upload, download e soprattutto ping della connessione sono importanti per non avere input lag o artefatti visivi. Nel mio caso, con 120 Mb di download circa, una 20 di Mb in upload e un ping intorno ai 30 ms, ho giocato senza avere mai inconvenienti o problemi. A volte, addirittura connettendomi non al router primario, ma al ripetitore che ho al piano di sotto e che quindi perde banda e un po’ di freschezza: nessun problema, mi è capitato solo qualche piccolo singhiozzo momentaneo (che viene segnalato da un’icona in alto a destra) e nessun intoppo.
Va da sé che l’esperienza di gioco è molto buona e molta stabile, anche senza avere una fibra ottica astronomica (la mia è una connessione 5G, quindi è tutto completamente volatile). Peccato che la libreria di PS Plus non sia altrettanto entusiasmante, ma ci arriveremo a breve.
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Top: immediatezza dell’esperienza
Probabilmente, già da quanto detto fino a ora avete colto che l’esperienza d’uso di PlayStation Portal è molto immediata, estremamente immediata. Un po’ come accade sulla sua console principe, è tutto a distanza di un click: l’interfaccia è semplicissima (anche troppo, ma a breve parliamo anche di questo), le opzioni sono una manciata e fondamentalmente non si può sbagliare.
Ci si connette a PS5 o a PlayStation Plus, ci si muove nell’interfaccia – la dashboard della PS5 a cui siete collegati nel primo caso, il mosaico dei giochi Plus nel secondo – si clicca e si gioca. Fine dei pensieri, fine delle preoccupazioni.
Per me questo è un grande pregio e lo dico sempre: Portal rientra, per sua stessa vocazione (era difficile rovinare questa cosa limitando la piattaforma al remote e al cloud) nella categoria di compagne da gioco portatili che ti fanno passare a giocare i 20 minuti di orologio in pausa pranzo che volevi passare… a giocare, appunto.
Top: display
Quando mi rassicurano, dicendomi che solo perché non è OLED il display di Nintendo Switch 2 non sarà poi così male, mi vengono in mente due esempi: i modelli usciti fin qui di Lenovo Legion Go e PlayStation Portal.
Il display da 8″ a 1920×1080 incastonato in mezzo a un DualSense per creare Portal è uno dei più belli che abbia visto su piattaforme portatili. È cristallino, sembra una finestra aperta sui mondi di gioco, la resa cromatica è vivace, la risposta del touchscreen è eccellente. Anche se non è un OLED, ma un LCD IPS a 60 Hz, la resa e la definizione sono davvero buoni.

Nelle immagini che vedete a corredo di questa recensione io ci ho applicato, come mia abitudine, una pellicola opaca per evitare le impronte e i riflessi eccessivi, che mi danno fastidio nelle finiture glossy: lo segnalo perché, normalmente, sennò lo schermo è anche più brillante e vivace di così. Davvero ineccepibile e da imitare per come rende merito ai dettagli dei giochi che mostra, da più piccole produzioni ma coloratissime come un The Plucky Squire al mondo vivace e rigoglioso di Horizon Forbidden West o Ghost of Tsushima.
Flop: testardamente chiusa
Ho provato a chiarire questa cosa in un video specifico anche sul canale di SpazioGames, qualche tempo fa. PlayStation Portal non è una console. Non esegue giochi di per sé, non ha una libreria di giochi specifica: ha bisogno di essere sempre agganciata a un router o a una connessione attiva, oppure diventa un costoso sottobicchiere.
Lo preciso perché molte persone non hanno ben capito il suo focus e, purtroppo, rischiano di spendere male i loro soldi: è una piattaforma che praticamente deve essere always-online per il cloud e comunque sempre dentro un router per il remote play. Senza una PS5 per il secondo e senza un abbonamento a PS Plus Premium per il primo, non fa niente.
E, con niente, intendo letteralmente niente: Portal non ha una sistema operativo accessibile all’infuori delle sue due opzioni chiave, è un sistema estremamente chiuso. Se, da un lato, questo ha permesso la sua grande immediatezza d’uso, dall’altro è abbastanza limitante.

Immaginatela come una piattaforma “always-online” che ha sempre bisogno di un companion per funzionare: la console o PS Plus Premium, a seconda dei casi. Sotto di questo, non c’è niente: nemmeno una app nativa per accedere a YouTube o Netflix, se magari vi siete buttati Portal nello zaino e volete vedervi qualcosa in pausa pranzo. È di fatto un tablet con un controller attaccato, ma non si occupa di altro che di cloud o remote play: niente video on demand, niente app, niente browser. Il suo bel display touch serve solo a giocare e navigare tra le funzioni asservite al gioco. Stop.
Questa grande chiusura si lega anche al fatto che non si possono comprare giochi direttamente da Portal (accedendo a PlayStation Store da remoto), anche se di recente una patch ha introdotto quantomeno la possibilità di ripristinare le licenze di un gioco per verificarle, casomai questo non riuscisse ad avviarsi correttamente.
E, a proposito di sistema chiuso, non si possono nemmeno utilizzare cuffie o auricolari Bluetooth. Sony ha invece scelto di poggiarsi alla tecnologia proprietaria PlayStation Link, supportata dai buds specifici o da alcuni prodotti della linea Sony INZONE. Se avete già delle cuffie Bluetooth che di solito utilizzate per giocare, qui non potete farlo – a meno di non usare un dongle aggiuntivo esterno a vostra scelta. Portal non lo prevede.
Quantomeno è presente la tradizionale porta jack da 3,5 mm per le cuffie cablate, ma non aspettatevi altro: le opzioni e impostazioni semplicissime a cui accennavo prima sono il trionfo dell’immediatezza, ma denunciano molto bene quanto Portal sia molto limitata.
Quantomeno è arrivato il cloud, però, che le ha dato molto più senso – in questo mondo di testardi impedimenti dati al giocatore.
Flop: la libreria del cloud è una piaga
Capisco che l’aggiunta del cloud sia arrivata in un secondo momento, ma usarlo è abbastanza una piaga per via dell’interfaccia utente della libreria di PlayStation Plus Premium.
I giochi vengono mostrati in un mosaico che praticamente fa un listone che potete riordinare secondo alcuni criteri. In alto vi vengono mostrati, in evidenza, gli ultimi tre giochi che avete avviato, in caso vogliate recuperarli facilmente, ma le opzioni finiscono qui.

Non c’è una vetrina che segnala le novità mentre si cerca di decidere a cosa giocare e, soprattutto, manca una funzionalità di ricerca interna. Se, come me, volete vedere se Death Stranding è disponibile o no su PlayStation Plus Premium (spoiler: sì), dovete sfogliare tutto il mosaico icona per icona aspettando di vedere se vi imbatterete in lui oppure no.
Una scomodità che spero possa venire aggiornata con una UI più al passo con i tempi e che permetta di navigare più facilmente, dato che comunque tutto il progetto cloud al momento è in beta. Già la libreria è popolata da tantissimi retrogiochi che magari non interesseranno a tutti, ma doverla sfogliare tutta per trovare il titolo che si andava cercando cozza con l’immediatezza dell’esperienza d’uso che è invece al cuore di Portal.
Flop: non particolarmente ergonomica
Questo è un dettaglio estremamente soggettivo, ma è giusto e onesto che io lo segnali. Anche a molti mesi di distanza, e quindi molti mesi di utilizzo dopo, non trovo particolarmente ergonomic o comodo il design di PlayStation Portal.
Il fatto è che si tratta letteralmente di una DualSense spaccato in due da uno schermo, dove il peso è leggermente sbilanciato verso il dorso. Questo, almeno per me, fa in modo che i polsi tendano a stancarsi dopo un po’, stendendo Portal e mettendolo più in orizzontale, ma dando così una diagonale non buona sullo schermo, che invece si vede bene quando la “console” è in verticale.




Avverto il problema anche sulle impugnature ma, come dicevo, è molto soggettivo: nelle lunghe sessioni, trovo scomode anche le impugnature di DualSense e queste, dopotutto, sono le stesse. Probabilmente dipende dalle dimensioni delle mani rispetto all’ampiezza delle impugnature, che richiede una presa più “importante” rispetto ad altri controller. Dopo un po’ inizio ad avere i crampi, sia che usi un normale DualSense, sia qui con Portal.
Mi sento di dire che se trovate scomodo nelle lunghe sessioni il controller di PS5, troverete scomoda anche l’ergonomia di Portal. Al contrario, se andate a nozze col controller, starete benissimo anche con la portatile.
PlayStation Portal
Con l'arrivo dell'esperienza di gioco in cloud, PlayStation Portal è un esperimento davvero riuscito: soddisfacente e scattante per il remote play, si comporta bene anche quando si gioca in cloud, anche se l'interfaccia in beta del catalogo di giochi ha bisogno di una importante snellita. Il suo display eccellente e l'immediatezza d'uso sono ciò che colpisce da subito: peccato per la scelta di renderla così chiusa, dato che senza una PS5 a cui associarla, o un abbonamento a PS Plus, non ha davvero nessun altro scopo – nemmeno quelli da "tablet" per guardarsi un video su YouTube.
È una piattaforma che fa molto, molto bene quello che fa ed è una scommessa vinta. È bello che Sony abbia ascoltato il feedback e abbia ampliato, nei limiti della sua visione conservativa e aprendo le porte al cloud, proprio quello che PlayStation Portal fa – che però rimane proprio lo stretto necessario e nemmeno uno spillo di più.
Pro
- Esperienza di gioco
- Introduzione del cloud
- Immediatezza pura
- Display da prendere come riferimento
Contro
- È un sistema testardamente chiuso
- La UI del cloud in beta è impresentabile
- Ergonomia che lascia a desiderare
- Esperienza di gioco9.3
- Immediatezza9.5
- Portabilità8
- Ergonomia7.2
- Versatilità5.5